venerdì 8 febbraio 2013

Massimo Bubola, niente passa invano "In alto i cuori"
Torna dopo quattro anni un vero artista, un maestro, un poeta, un rocker, tante cose insieme. Per molti è soltanto il collaboratore semisconsociuto di artisti come Fabrizio De Andrè dimenticando che è autore coautore dei brani più celebri del Fab, da Don Raffaè a Hotel Supramonte. Eppure in tante manifestazioni dedicate al Faber il suo nome rimane sotto la linea di galleggiamento, quasi una presenza scomoda che possa incrinare in qualche modo il poeta genovese.
Ora, mi compete questa difesa sia per assoluta qualità e originalità dei suoi lavori, sia per riportare la figura del paroliere coautore sullo stesso piano del front man, di colui il cui nome appare in grande sui dischi. Valerio Negrini ad esempio, le parole dei Pooh che contano solo le sue eppure chi lo sà? Vogliamo parlare della poesia di Battisti senza le parole di Mogol. Bernie Taupin per Elton John e l'elenco potrebbe allungarsi fino a riempire tutti i palchi dove le parole dell'autore della parte letteraria sono quelle che la gente canta applaude e ricorda e di cui spesso non saprà mai niente.
Tornando a Massimo, che da vero poeta non ha di questi problemi,  ho ascoltato e sto ascoltando adesso che scrivo, le sue nuove canzoni ed è come tornare indietro dino a riprendere quelle emozioni che anni di musica usa e getta hano sepolto sotto gigabye di spazzatura. Un album da sfogliare parola per parola, da imparare a memoria, perchè non si smette mai di imparare e mai di ricordare.
Canzoni che vanno a colmare quel vuoto musicale nel quale è caduta la musica italiana dopo decenni di creatività che sembrava irrimediabilemtne perduta.
Non è il caso di Bubola che sembra affondare a piene mani nella musica d'autore semplicente scrivendo di ciò che accade " Hanno sparato ad un angelo" ad esempio ,dedicata alla ragazzina cinese uccisa tra le braccia del padre, a Roma. Si chiamano Istant Song, canzoni istantanee, fotografie della realtà come aveva già fatto scrivendo di Pasolini nella Cattiva strada, di Cutolo in Don Raffaè, di Anna Fran e dello stesso sequestro De Andrè-Ghezzi. 
Cantastorie, cavaliere elettrico a portata di cuore e d'anima, per tutti i ragazzi che oggi rinunciano ai talent e decidono di camminare le strade della musica scegliendo quelle più tortuose ma stimolanti è un esempio, un maestro il cui insegnamento può davvero portare lontano. Compratelo, non vi stancherete di ascoltarlo e sarà come una scatola magica dove potete trovare cose che avevate creduto di aver perso, altre che non pensavate di trovare e più semplicemente la vostra vita.
Michele Pio Ledda
ps. Il cd suona che è uno spettaccolo, non accontentatevi dei file, questo è un disco da mettere accanto a quei pochi che vale la pena di conservare.

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