Nella risacca dell’anima
Quanti passi bisogna fare per arrivare al mare?
Qual è la distanza tra le onde del mare e quelle che il
pensiero emette quando cerca di sentirlo e di unirsi a lui? Da sempre le onde si dissolvono su una
spiaggia e da sempre ricominciano. A volte, quando sono forti e arroganti, vanno
a sfidare gli scogli a volte sono gentili e riposano sul bagnasciuga: ma cosa
si dicono l’acqua e la pietra, in quale lingua comunicano tra loro? E i
pensieri, quando partono dal cervello dopo aver ricevuto dalle orecchie e
dall’olfatto quel messaggio di acqua e sale, dopo averlo decodificato e
consegnato al corpo, i pensieri dicevo, i pensieri quanto impiegano a comandare
ai muscoli di andare in una direzione così precisa che nessun altro strumento
può misurare? Su quanti scogli si dovrà infrangere il pensiero prima di poterli
superare e andare oltre?
Quanti anni bisogna contare per arrivare al mare?
Se arrivi da un luogo di pietra e neve, di nebbia e asfalto,
di cuori accelerati e da corse ad inseguire il tempo senza mai raggiungerlo, se
arrivi da posti dove il mare sembra non possa arrivare e che sembra così
lontano allora, in un attimo, puoi capire il posto in cui ti trovi, adesso che
il mare che pure non si vede ma puoi respiralo, ti prende per mano e porta con sé.
Tu che prima non sapevi niente del mare, niente che la tua mente potesse
definire ora è lì, guardati intorno, lo senti? Ti sta parlando, conosce il tuo
nome come conosce il nome di tutti quelli che davanti a lui sono fermati per
stare o per ripartire.
Quanta sabbia dovrà scivolare tra le nostre mani?
Per riuscire a fermare un solo granello e stringerlo come un
anello incastonarlo sulle dita per prometterci e giurarci amore eterno come sposi
inginocchiati sulla spiaggia con soltanto il sole come testimone del nostro
amore ed il sale a rendere bianchissimi i nostri vestiti e le ali degli uccelli
come un ventaglio a piegare il vento perché porti oltre l’orizzonte il prometterci
all’eterno.
Quanti battiti bisogna contare per arrivare al mare?
Il cuore liquido che attraversa il corpo asciutto della
terra, il fluire incessante attraverso ogni feritoia, riempire e svuotare ogni
anfratto e permettere al ferro e al legno di accarezzare la sua superficie leggeri
come ali di farfalla e far volare un corpo sopra la cresta impalpabile di un’onda
verso un altrove spesso sconosciuto ma non per questo ostile perché anche
questo cuore continua a battere perfino quando sembra fermo, immobile.
Adesso ascoltalo il suono dell’anima. Lasciati trasportare
dalla musica che arriva dagli abissi più profondi, frequenze che fanno vibrare
ogni cellula del tuo corpo per farle entrare in sintonia e suonare la stessa melodia.
Suono dell’anima che si espande e tutto circonda, come un’onda, come una sola
onda che seguita a battere nella risacca dell’anima.
Michele Pio Ledda 55/25©™





